IL FLUIRE DEL TEMPO: L’ISTANTE
© Ivan Cangelosi, 2022
84 X 80 cm
Inchiostro su carta
Tecnica – Scrittura a mano del libro “L’ordine del tempo” di Carlo Rovelli
Il concetto di “tempo” è da sempre oggetto di indagine in diversi campi: dalla filosofia alla fisica, dalla letteratura all’arte. In filosofia, prima con Parmenide e poi con Platone (cap X del Timeo) il concetto di tempo viene affrontato per la prima volta nella sua complessità. Platone lo definisce come “l’immagine mobile dell’eternità”; Aristotele più tardi, nel IV libro della “Fisica”, dirà che si tratta di “una proprietà del movimento secondo il prima e il poi”, distinzione che implica, nel fluire del tempo, l’introduzione di intervalli, di istanti misurabili. Se il tempo è pertanto “misura del movimento”, occorre un misuratore senza il quale il concetto di tempo non esisterebbe.
La composizione rappresentata in quest’opera, è il risultato figurativo di personali riflessioni sul concetto di tempo e sul suo fluire, partendo dalla concezione (lineare) del tempo di Aristotele.
La percezione del fluire del tempo, si diceva, si ha in uno spazio in cui accade qualcosa, in cui vi è movimento, in cui vi è un “prima” e un “dopo”, mutamento, trasformazione; tutte cose che per essere verificate devono necessariamente sottostare ad una condizione: quella di essere osservate, testimoniate, misurate. Il concetto di tempo e l’esistenza dell’uomo sono pertanto strettamente correlati.
Non è quindi il fluire del tempo che rileva il cambiamento ma il contrario: è il cambiamento/rinnovamento a determinare la percezione del fluire del tempo.
IL FLUIRE DEL TEMPO – L’ISTANTE
Il presente è la dimensione spazio-temporale percepita costantemente dall’essere umano: si intuisce che essa sia costituita da una successione di istanti. L’istante è quel punto ideale in cui passato, presente e futuro coincidono. Esso è, in altre parole, il punto immaginario in cui il presente (adesso) sta per divenire istantaneamente passato (prima) e futuro (dopo), formulazione che pone in evidenza il fatto che ciò che conta e permane, che incessantemente ed istantaneamente si verifica, è il presente. Se si spinge alle estreme conseguenze tale ragionamento, troverebbe fondamento logico un apparente paradosso, e cioè che passato e futuro, svanendo istantaneamente, in altri termini non si verificherebbero mai.
La riflessione che sta pertanto alla base della composizione raffigurata in quest’opera è la seguente:
Nel fluire lineare del tempo, quando il passato diventa presente, il presente diventa istantaneamente passato e futuro. Ovvero, quando A diventa B, B diventa istantaneamente A e C (che diventa B, che diventa A e C e così via all’infinito).
Il triangolo che in questo modo si viene a determinare, forma un’area (punti B-C-A, v. figura 1) che rappresenta l’istante; in essa sono contenute le tre dimensioni temporali, vale a dire il passato, il presente ed il futuro. La linea di scorrimento del tempo che così si determina, appare essere pertanto una linea diagonale a zigzag, discendente verso destra (fig. 2).
Fig. 1
Fig. 2
L’ISTANTE E L’IMPREVISTO
Una seconda personale riflessione porta all’idea che il presente (B) sia il risultato di quanto è avvenuto nel passato (A) sommato all’imprevisto (X).
L’imprevisto (o, in altri termini, l’incerto, lo sconosciuto, il “non ancora accaduto”) è un fattore che appartiene concettualmente al futuro. L’imprevisto quindi equivale ad un momento, concettualmente collocato nel futuro, che ha la propria causa (cause) nel passato (ogni evento accade a causa di un fattore che lo precede e che ne determina l’accadimento), ma che quando accade, accade in un determinato istante (presente). L’imprevisto, pertanto, così come l’istante, racchiudendo in sé le tre componenti temporali, ovvero passato, presente e futuro, coinciderebbe appunto con l’istante. Esso è quindi immanente, sempre presente, e ciò equivarrebbe a dire che l’imprevisto accade in ogni istante, indipendentemente dal fatto che produca conseguenze visibili e tangibili per l’essere umano.
IL MUTAMENTO ISTANTANEO DELLA REALTA’
In considerazione del precedente ragionamento, conseguirebbe che: se l’imprevisto, ovvero il cambiamento improvviso di una situazione data, accade in ogni istante, da ciò deriva che la realtà, mutando istantaneamente, non può essere conosciuta. Idealmente non sarebbe quindi possibile fissare un istante “0” al fine di essere indagato e conosciuto, perché quell’istante “0”, interrompendo il fluire del tempo, ovvero il fluire della vita, equivarrebbe contemporaneamente all’inizio e alla fine di quel fluire, vale a dire alla sua non-esistenza.