Don Giovanni in Sicilia
© Ivan Cangelosi, 2016
80X80 cm
Inchiostro su carta
Tecnica – Scrittura a mano del romanzo “Don Giovanni in Sicilia” di Vitaliano Brancati
Sul romanzo – Don Giovanni in Sicilia è un romanzo scritto da Vitaliano Brancati e pubblicato per la prima volta nel 1941. Il personaggio principale è il siciliano Giovanni Percolla. Giovanni ha quarant’anni e vive a Catania con tre sorelle che si prendono cura di lui con amore. Con i suoi amici ama passare intere giornate al bar a fantasticare e ad immaginare relazioni amorose che, nella realtà, egli non osa realizzare. Pertanto, i suoi “viaggi di lavoro” a Roma, Viareggio e Cortina, sono in realtà le occasioni per cercare donne e avventure amorose. Ricordi, futili distrazioni e sogni erotici scandiscono il tempo della sua vita. Un giorno, però, una nobildonna, Ninetta di Marronella, sconvolge la sua vita e lui finisce per sposarla e vivere a Milano con lei.
Grazie ad una sapiente ironia, l’autore descrive le due anime del protagonista: la tendenza tutta meridionale a vivere una vita tranquilla ed abitudinaria, e la necessità di dare un senso alla propria vita attraverso l’impegno nel lavoro tipico di una città come Milano. Entrambe le tendenze vivono in Giovanni insieme al cosiddetto “gallismo” (atteggiamento maschile caratterizzato da galanteria ostentazione di mascolinità), fatta di piccoli colloqui e, soprattutto, di sguardi. “la storia più importante di Catania non è quella dei costumi, del commercio, degli edifici e delle rivolte, ma la storia degli sguardi. La vita della città è piena di avvenimenti, amori, insulti, solo negli sguardi che corrono fra uomini e donne; nel resto, è povera e noiosa”.
Descrizione del quadro – In questo quadro è raffigurata la scena finale del romanzo, in cui Giovanni Percolla, da tempo residente nella nebbiosa e frenetica Milano, torna in vacanza nella sua casa siciliana abitata ancora dalle tre sorelle. Dopo pranzo (tanto ben di dio a tavola non lo vedeva da tempo), intorno alle tre, Giovanni, sorridendo, dice alle sorelle che da quando è a Milano non ha più sentito l’esigenza di fare quello che a casa sua, a Catania, regolarmente faceva dopo pranzo: dormire. “Il tuo letto è sempre lì!”, gli dice una delle sorelle. Giovanni, desideroso di riprovare dopo tanto tempo il conforto del suo letto, dice alla moglie e alle sorelle che avrebbe voluto stare tra le coperte del suo vecchio letto soltanto per pochi minuti. Giovanni entra pertanto nella sua stanza, si spoglia, si mette a letto, chiude gli occhi e dopo “qualche minuto” li riapre per chiamare la sorella e chiederle di aprire le persiane. La sorella esegue l’ordine ma dalla finestra non entra che buio. Giovanni si meraviglia e chiede alla sorella il perchè di quel buio. “Sono le otto, dice, e tu hai dormito cinque ore!”
In quest’opera è quindi raffigurato Giovanni Percolla nel suo letto. Le trame ed i colori della tenda e della coperta rimandano alla stanza di un fanciullo. Ciò a rappresentare l’atteggiamento protettivo e di grande amore da sempre tenuto dalle tre sorelle (tutte e tre nubili) nei confronti del loro unico fratello. Le pareti sembrano assorbire il calore del sole della Sicilia la cui luce prova con forza a filtrare attraverso le persiane chiuse. Il pavimento è tipicamente siciliano mentre il profilo della spalliera del letto ricorda una pianta di fico d’india.